Ludovico il Moro

Galeazzo Maria muore nel dicembre 1476 per una congiura. La vedova Bona assume quindi la reggenza per il figlio ancora piccolo, Gian Galeazzo Maria e dal 1477 fa innalzare, per poter controllare l’intero Castello, la torre centrale, che ancora oggi porta il suo nome.

Ben presto però il fratello di Galeazzo Maria, Ludovico Maria detto il Moro, si appropria del potere, esiliando Bona. Colto, amante delle arti, il Moro chiama alla corte milanese, divenuta tra le più raffinate dell’epoca, grandi artisti, tra cui Donato Bramante e Leonardo da Vinci, di cui oggi possiamo ammirare la Sala delle Asse. Nel 1490 commissiona a Bartolomeo Suardi detto il Bramantino la decorazione della Sala del Tesoro.

I lavori per rendere il Castello sempre più sfarzoso si interrompono nel 1497, quando la consorte del Moro, Beatrice d’Este, muore di parto, e si avvicinano le truppe francesi a Milano. Il Moro si prepara così a resistere all’attacco nemico. Fa pulire i fossati, coprire i rivellini, riempire i muri delle cortine, raduna all’interno viveri, munizioni e artiglierie. Ma temendo anche una rivolta popolare, il Moro si rifugia presso la corte dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, e lascia il castellano a custodire la dimora. Ludovico il Moro, dopo alterne vicende che lo portano a riconquistare Milano nel 1500, muore prigioniero in Francia nel 1508.

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